Un gruppo di ricercatori israeliani sostiene di aver sviluppato un programma per computer in grado di decifrare testi antichi fino ad oggi considerati illeggibili. La scoperta, osserva l’agenzia Reuters, potrebbe segnare un progresso nell’archeologia e aprire la strada a una sorta di motore di ricerca in stile Google per documenti storici.
Il software messo a punto dal team israeliano è basato su un algoritmo simile a quelli utilizzati dai programmi che si trovano nei computer delle forze dell’ordine per identificare e comparare le impronte digitali. L’obiettivo del team dell’Università Ben-Gurion del Negev è scoprire il significato di lettere e parole, anche scritte a mano, impresse in manoscritti facendo risparmiare agli studiosi ore e ore di studio per ogni documento.
“Con l’algoritmo che abbiamo elaborato il computer può ricreare con accuratezza porzioni di testo andate perdute con il passare dei secoli”, ha detto Itay Bar-Yosef, uno dei ricercatori coinvolti nel progetto. “Più testi il programma analizza, più diventa veloce e accurato”, ha aggiunto.
Il computer esamina copie digitali dei manoscritti, assegnando valori numerici a ogni pixel di scrittura, a seconda di quanto è scuro. Separa gli scritti dallo sfondo e poi identifica linee, lettere e parole. Il programma riesce ad analizzare gli le scritture fatte a mano e lo stile: in questo modo è in grado di inserire le porzioni di testo mancanti in documenti sbiaditi dal tempo.
Secondo i ricercatori, che finora hanno lavorato in prevalenza su testi ebraici antichi, il programma potrebbe essere pronto per gli addetti ai lavori nel giro di due anni. In un’epoca in cui le biblioteche di tutto il mondo acconsentono alla creazione di copie digitali dei volumi che ospitano, il software israeliano potrebbe spingere colossi come Google o Microsoft a sviluppare un motore di ricerca per testi antichi.
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