E-NEWSPAPER, IL GIORNALE DIVENTA DI PLASTICA


La rivoluzione dei giornali inizia nell’ex-Germania dell’est. A Dresda è in produzione l’e-newspaper pieghevole che sarà commercializzato a inizio 2009: un’edicola elettronica tascabile che potrebbe assestare il colpo di grazia al sistema tradizionale dell’informazione.


“Paper or plastic” è il titolo di un video messo online dalla Cnn.


Si apre con la nube di polvere e terriccio sollevata dal crollo di un abete, tagliato alla base da una motosega.


“Quattro miliardi – commenta la voce fuori campo di Fred Pleitgen, cronista della Cnn - è la stima di quanti alberi sono abbattuti ogni anno per creare carta”. Si può guardare il filmato nella homepage di Plastic Logic, azienda specializzata in transistor a polimeri, fondata da un gruppo di scienziati dell’università di Cambridge, Inghilterra.





Plastic Logic in settembre ha aperto uno stabilimento nella capitale della Sassonia, dove sarà lanciato l’e-newspaper, presentato a San Diego due mesi fa.


Il quale, secondo Kenneth A. Bronfin, presidente di Hearst Interactive Media (compagnia che controlla 16 quotidiani americani, tra cui San Francisco Chronicle e The San Antonio Express), “invaderà il mercato americano la prossima primavera. Hearst Interactive ha un forte interesse a partecipare al lancio degli e-newspaper”.


Si tratta di un foglio di plastica formato A4, flessibile e pesante meno di mezzo chilo. Il dispositivo è dotato di memoria per immagazzinare migliaia di pagine di riviste, giornali, libri scaricate dal computer di casa o via Wi-Fi. Il display visualizza caratteri scritti in e-ink (inchiostro elettronico), ed è touch-screen: si passa da una pagina all’altra toccando lo schermo.





In commercio si trova anche il lettore E-reader della Sony o il Kindle realizzato da Amazon.com; ma a differenza dei concorrenti (pensati più come e-book), l’e-newspaper prodotto in Germania ha uno schermo in plastica e non in vetro, grande più del doppio, che lo fa sembrare in tutto una riproduzione di un quotidiano o di un foglio stampato dalla fotocopiatrice. Zero retroilluminazione (lo si può “sfogliare” ovunque, anche al sole), supporto dei formati più usati in ufficio (word, excel, power point, pdf) durata della batteria anche di due settimane.


“Vedevamo il nostro prodotto – ammette Richard Archuleta, numero uno di Plastic Logic – più per la lettura di documenti; ma quello che vogliono tutti, è la possibilità di scaricare e leggere ovunque, in ogni momento della giornata, la mazzetta dei giornali”.


Secondo gli analisti dei media l’e-newspaper cancellerà i quotidiani di carta. In Italia, si dovrà fare i conti con un livello tecnologico diverso dagli Usa.


Per Robert Cauthorn, ex-direttore di StarNet (una delle prime testate online), “un libro stampato avrà sempre senso, perché potrà essere letto più volte. Ma la carta non offre vantaggi per un giornale: bisogna abbattere alberi, trasportarli, trasformarli in carta che viene avvolta nelle bobine, per essere portata negli impianti di stampa. Nelle rotative i giornali vengono stampati, impachettati, caricati su camion e scaricati nei punti vendita. I consumatori li acquistano, li leggono e dopo qualche ora li buttano. Altri camion li vanno a prendere per inviarli, nel migliore dei casi, in un impianto di riciclaggio.


Questo processo è uno sperpero di energia e non più ecosostenibile”. “Il foglio elettronico – spiega Marco Pratellesi, responsabile di Corriere.it – per imporsi dovrà avere un’interfaccia intuitiva, oltre a essere economicamente vantaggioso per produttori e utenti. Ci vorrà tempo, ma siamo di fronte a un modello auspicabile di business: il giornalismo non è stampare le notizie ma produrle”.


“Se l’e-newspaper avrà successo, potremo risparmiare tanto. Al San Francisco Chronicle – racconta Bronfin – stampa e distribuzione rappresentano il 65 per cento delle spese fisse”.


Gli introiti principali di ogni testata vengono dalla pubblicità: nel caso dell’e-newspaper, “gli inserzionisti – svela Eric A. Taub del New York Times – potrebbero fare a gara per accaparrarsi spazio virtuale. Si tratta in fondo di un dispositivo elettronico; esso potrebbe riconoscere chi sta leggendo il giornale e su quali articoli si sta soffermando. I pubblicitari riuscirebbero a capire meglio il loro pubblico, e ad indirizzare le inserzioni ai clienti più probabili”.


Resta da chiedersi quanto i consumatori siano disposti a pagare per il foglio elettronico ed eventuali abbonamenti alle notizie in tempo reale.


“Abbiamo abituato una generazione di lettori – ricorda Taub – a ricevere le informazioni di cui ha bisogno senza spendere nulla, dalle edizioni online dei giornali”.


“I quotidiani – osserva Pratellesi – si salveranno se gli editori investiranno le risorse liberate da questa innovazione per tenere alta la qualità del giornale. Per la quale spenderanno anche i ragazzi della Nintendo Generation, cresciuti tra videogiochi e computer”.


Bookmark and Share

0 commenti:

Posta un commento

top